– Ci sono novità nel mondo della ricerca nel settore dell’Osteoporosi?
In Italia aspettiamo a breve un nuovo farmaco anabolico (ossia che stimola la costruzione di nuovo tessuto osseo), da poco scoperto. Sarà un’arma che ci permette di stimolare la crescita di nuovo osso, da usare insieme a farmaci, che già abbiamo, che ne inibiscono la distruzione.
-L’osteoporosi colpisce anche gli uomini?
Questo è sicuro, inoltre l’uomo è in genere meno informato: quando inizia a preoccuparsi per l’osteoporosi, spesso ha già subito una o più fratture che non sa spiegarsi. Dal punto di vista numerico gli uomini che soffrono di osteoporosi sono di meno rispetto alle donne (circa 1 milione di uomini contro circa tre milioni di donne), ma bisogna pensare anche che le osteoporosi secondarie (causate da farmaci, da cattivi comportamenti o da una genetica che influenza il metabolismo dell’osso), toccano sia l’uomo sia la donna.
– Come funziona la struttura ossea?
L’osso è un meccanismo dinamico, che continuamente cambia e si ricostruisce. È costruito dalle cellule osteoblastiche, mentre le cellule osteoclastiche hanno il compito di distruggerlo. Il tessuto osseo è mantenuto in vita proprio da questo meccanismo. In un periodo di dieci anni il nostro scheletro è completamente rinnovato.
– Perché con l’età le ossa diventano più fragili? Quali sono i fattori di rischio? E quale il problema della familiarità?
Nella donna è importante il momento della menopausa: a causa della mancanza degli estrogeni, tendiamo a riassorbire più tessuto di quanto formiamo, e l’osso diventa più fragile.
Chi ha un genitore che ha subito fratture da fragilità è più a rischio. Intorno ai 40 anni è il momento di verificare se il nostro stile di vita (introduzione di calcio con la dieta, attività fisica ed esposizione alla luce del sole per sintetizzare la vitamina D) siano adeguati, altrimenti li dobbiamo correggere. Dopo la menopausa è bene misurare con la MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata) la massa ossea, per controllare la quantità di minerali presente nello scheletro, ed avere la misura indiretta della sua resistenza.
-L’ultima giornata Mondiale dell’Osteoporosi, l’ottobre scorso, ci ha riferito di 4.000.000 di pazienti e 500.000 fratture: è un’emergenza economica oltre che sanitaria?
Lo è. Anche perché sappiamo che nel 2030 tutti i “baby boomers” saranno anziani, per l’Italia le proiezioni parlano di un aumento dal 13 al 15% delle fratture da fragilità in un decennio, quindi dobbiamo fare di più, investire di più nella prevenzione primaria.
-Per quanto riguarda l’alimentazione, cosa possiamo dire sui latticini e sulle polemiche che circolano sulla loro assunzione? E come alimentarsi sia per prevenire l’osteoporosi, sia quando si è già manifestata?
La quantità di latticini necessaria a mantenere la salute dell’osso è troppo esigua per disturbare il metabolismo: 30 grammi di formaggio molto stagionato contengono circa 300 mg di calcio dei 1000 che ci servono ogni giorno. Poi esistono anche le acque minerali ricche di calcio. I punti fissi nell’alimentazione quotidiana possono essere: 30 g di formaggio stagionato, una tazza di latte (anche completamente magro o privo di lattosio) o uno yogurt e un litro e mezzo di acqua ricca di calcio. Con questo la quantità di calcio necessaria è raggiunta, basta farlo tutti i giorni.