Con la vaccinazione di massa, ci auguriamo di poter finalmente uscire dal tunnel del Covid-19, che dall’inizio del 2020 ha sconvolto le nostre vite. I vaccini, assolutamente testati e sicuri, possono realmente imprimere la tanto attesa svolta che ci potrà finalmente portare a riannodare le fila delle nostre vite interrotte. Ma, come sempre, ogni novità porta con sé dubbi. In particolare, i pazienti si chiedono se l’assunzione di farmaci contro la fragilità ossea possa interagire con il vaccino e, più in generale, se l’uso di supplementi di calcio, vitamina D e antifratturativi possa far aumentare il rischio di Covid 19.
A questa domanda ha risposto la Professoressa Maria Luisa Brandi sulle pagine del “Corriere della Sera” di giovedì 15 aprile 2020. La Professoressa ha rassicurato chi assuma farmaci antifratturativi: oggi non esistono elementi per temere interferenze tra vaccino e questi farmaci. L’unico suggerimento, per chi assume aminobisfosfonati per endovena, come lo zoledronato, può essere quello di distanziare di una settimana il vaccino dall’infusione del medicinale. Anche per quanto riguarda l’uso di farmaci antifratturativi e supplementi di calcio e vitamina D in relazione a un possibile aumento del rischio di contrarre il Covid la Professoressa ha voluto rassicurare i pazienti: non solo non c’è un aumento di rischio, ma recenti studi condotti in Spagna paiono indicare che queste assunzioni possano aiutare a difenderci dal Covid-19.
Quello che invece è davvero da temere – ha concluso la Professoressa Brandi – è la riduzione dell’attività fisica e dell’esposizione al sole di questo periodo, così come la riduzione nell’accesso alla diagnosi e l’interruzione, da parte di molti pazienti, della terapia. Questi sono realmente i dati preoccupanti, anche se questa esperienza ci ha portato a sviluppare modelli di telemedicina che ci torneranno senz’altro utili in futuro.