Recenti studi hanno dimostrato una correlazione tra alti valori di omocisteina nel nostro organismo – specie nella popolazione anziana – ed una bassa massa ossea, con conseguente aumento del rischio di fratture. Di preciso, però, cos’è l’omocisteina? Semplificando: si tratta di un aminoacido (uno degli elementi che compongono le proteine) che è solitamente associato anche al rischio di malattie cardiovascolari.
I ricercatori ritengono che sia proprio l’omocisteina ad interferire con la salute delle ossa tramite il controllo della sintesi di collageno, ovvero la proteina più importante contenuta all’interno delle ossa stesse. All’aumentare dei livelli di tale aminoacido nel sangue è stata registrata proporzionalmente una riduzione delle vitamine B6 e B12 e dell’acido folico, sostanze implicate nella conversione dell’omocisteina in altri aminoacidi (con annessa diminuzione del suo accumulo e degli effetti negativi susseguenti).
Da precisare però come ad oggi in effetti non esistano prove che dimostrino come una supplementazione di vitamine del complesso B possa comunque in qualche modo prevenire eventuali fratture, ne consegue l’impossibilità ad oggi di poterne raccomandare con certezza la somministrazione per la cura o la prevenzione dell’osteoporosi e delle malattie ossee.
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