Di fronte all’ingente e fondamentale impegno economico per contenere e limitare la diffusione del virus, per l’assistenza sanitaria e per sostenere l’economia, è rimasto indietro l’investimento nella ricerca. Oltre all’iindispensabile isolamento anti contagio (Restate a Casa), noi ricercatori dobbiamo coalizzarci tra noi e con la società tutta, per capire il virus e contribuire a trovare al più presto cure efficaci.
La patogenesi di SARS-Cov2 si presta a essere studiata e affrontata da molti gruppi di Ricerca italiani, dal punto di vista non solo virologico ed epidemiologico e statistico, ma molecolare, biologico, biochimico, immunologico.
Siamo convinti che per l’emergenza COVID-19 sia necessario il coinvolgimento di ricercatori e ricercatrici italiane nei vari campi per rispondere a domande irrisolte sul virus e sulla patogenesi della malattia. Abbiamo raccolto l’adesione di ricercatori che come me si avvicinarono ad altre pandemie, come AIDS e sindromi correlate, a fine anni ottanta, e quello di un gruppo di ricercatrici italiane in campo biomedico riunite grazie all’Osservatorio Nazionale sulla Salute delle Donne e di Genere (ONDA https://www.ondaosservatorio.it/) in un’associazione TIWS (Top Italian Women Scientists https://www.ondaosservatorio.it/…/tiws-top-italian-women-s…/), contraddistinte da un h index superiore a 50, ovvero i cui studi sono citati a livello internazionale (http://www.topitalianscientists.org/home)
Chiediamo a Enti di Ricerca e a Fondazioni di mettere a disposizione Bandi che coinvolgano l’intera nostra comunità scientifica, per trovare farmaci efficaci, nuovi o di “repurposing” (ovvero farmaci già disponibili per altre malattie ma che potrebbero migliorare il decorso), per diminuire sintomi e mortalità della malattia, per potenziare il sistema immune, diminuire gli eventi collaterali cardiaci, renali, polmonari, neurali, la comorbidità oncologica, di predire in anticipo la prognosi e in generale di trovare biomarcatori che ci indirizzino verso la medicina personalizzata anche in questo campo, di studiare i motivi della mortalità e di una lunga serie di potenziali approcci scientifici per la lotta al coronavirus.
I soldi spesi in ricerca, anche in un momento in cui servono soprattutto per molte emergenze contingenti, sono ben investiti: l’alto valore dei nostri studiosi e studiose potrà portarci a essere tra i primi paesi europei non solo per contagi ma soprattutto per la comprensione della patogenesi del COVID-19 , per la sua gestione e per la sua risoluzione.
Sarà inoltre utile essere preparati a eventuali prossimi virus simili, non improbabili, trattandosi della terza epidemia/pandemia da Coronavirus negli ultimi 18 anni.
Adriana Albini