I due mesi di quarantena hanno rappresentato per noi tutti un periodo trascorso sul filo teso delle emozioni: timori, preoccupazioni, tristezza, speranza. Ma sono stati anche i due mesi in cui la maggior parte delle persone non ha quasi mai lasciato le quattro mura del proprio appartamento. Tutto questo ha avuto riflessi non solo sulla psiche, ma anche sul corpo. Niente camminate, niente prime passeggiate all’aperto, quelle che eravamo abituati a fare all’arrivo della primavera – tra l’altro, raramente bella come quest’anno –, ma soprattutto niente sole.
Perdere due mesi di sole significa privare il nostro corpo di una cospicua dose di vitamina D, una privazione che può avere conseguenze importanti sulla nostra salute. Infatti la fondamentale vitamina D, a dispetto del suo nome, non è una vera e propria vitamina, bensì un ormone, e viene assunta dall’organismo attraverso l’alimentazione solo in scarsa quantità (ne sono ricchi soprattutto rosso d’uovo e salmone), ma è in maggior parte sintetizzata a livello della pelle quando questa viene esposta ai raggi solari. Ma perché la vitamina D è così importante? E come poter rimediare ad eventuali carenze?
La vitamina D svolge molti ruoli strategici nel nostro metabolismo, così tanti che recentemente la si è considerata quasi una sorta di “toccasana”, capace di aiutare a rimediare a ogni malanno: a questo proposito occorre dire che molte “virtù” recentemente attribuite alla vitamina D non hanno ancora una sicura prova scientifica, per cui occorre procedere con cautela e limitarsi alle sue funzioni note, già sufficienti a farne una risorsa fondamentale per l’organismo.
La vitamina D infatti svolge come primo compito quello di permettere l’assorbimento intestinale di calcio e fosfato: questo fa sì che il suo ruolo sia determinante nel processo di formazione del tessuto osseo. Tale funzione la rende fondamentale non solo per gli organismi in crescita, che devono ampliare le dimensioni dello scheletro con l’aggiunta di nuova materia prima, ma per ogni persona e ad ogni età perché, come ben sappiamo, il tessuto osseo è soggetto a continuo rimodellamento nel corso della vita ed è fondamentale quindi che la nostra “fabbrica dell’osso” funzioni a pieno regime a ogni età. La carenza di vitamina D ha quindi conseguenze nel mantenimento di un tessuto osseo sano sia negli adulti sia nei più anziani.
La vitamina D inoltre svolge un compito importante anche nel mantenimento della forza muscolare: se manca compaiono dolori muscolari e disturbi dell’equilibrio, che portano ad aumentare il rischio di caduta. Se a questo si somma una ridotta qualità del tessuto osseo, ecco che la minaccia di fratture si fa più forte.
Come rimediare alla carenza di vitamina D? In primo luogo riprendendo a stare all’aria aperta, esponendosi al sole nelle ore protette (prima mattina o sera) senza creme protettive e con braccia e gambe scoperte: con dieci-quindici minuti al giorno di esposizione, già la pelle ricomincia a fornirci buone dosi di questa preziosa vitamina. La carenza sofferta nei due mesi di lock-down può anche essere compensata con l’uso di integratori, soprattutto nei casi di chi, per motivi di salute o perché ha ricominciato a lavorare, non può stare molto all’aperto. In ogni caso è però da evitare il fai da te: è opportuno rivolgersi al proprio medico per farsi consigliare se sia opportuno farvi ricorso.