IOF (International Osteoporosis Foundation) ha indetto una petizione on line per sollecitare l’opinione pubblica sul grave problema del ritardo della diagnosi per chi soffre di osteoporosi ed altre patologie ossee che comportano un aumentato rischio di frattura. Infatti, benché questa situazione sia comune a molti milioni di persone in tutto il mondo, la valutazione del rischio e la diagnosi di osteoporosi non sono ritenute una priorità e avvengono, quando avvengono, con grande ritardo. Eppure, la tempestività della diagnosi è la chiave di volta in queste situazioni, perché solo con una diagnosi si può intraprendere un percorso di supporto farmacologico e adeguamento degli stili di vita, che sono tanto più efficaci quanto più precocemente intrapresi.
Per questo è indispensabile unirsi alla petizione presente sul sito di IOF in modo che questa iniziativa sia sostenuta dalla forza di tutti.
La richiesta di IOF si basa su poche semplici richieste:
1) Che la diagnosi di osteoporosi e la valutazione del rischio di frattura sia rapida e assicurata ad ogni persona a rischio, compreso chi soffre di disordini ossei rari.
2) Che i pazienti possano accedere rapidamente a percorsi di cura efficaci, che li indirizzino verso una revisione del loro stile di vita e assicurino un trattamento farmacologico sotto la guida di operatori sanitari. Allo stesso modo, chi ha già subito una frattura, deve poter usufruire di programmi di assistenza volti alla prevenzione di nuove fratture.
3) Che il paziente sia coinvolto in prima persona in percorsi a lungo termine con obiettivi definiti.
4) Che al paziente sia garantita l’assistenza e il sostegno di cui ha bisogno, sia da parte degli operatori sanitari, sia da parte della società, in modo da poter condurre il più a lungo possibile una vita attiva e indipendente.
Si tratta di pochi punti fermi, che potrebbero essere facilmente attuati con le risorse di cui già disponiamo e i cui costi sarebbero ampiamente ammortizzati con il risparmio derivante dalla riduzione, che certamente avremmo, delle fratture da curare e invalidità da sostenere. Infatti, secondo i modelli di studio eseguiti, se un simile modello di assistenza fosse metto in atto, si avrebbero addirittura dei risparmi sulle spese sanitarie, oltre alla riduzione della sofferenza per i pazienti, rispetto alla situazione attuale.