Le fratture da fragilità costituiscono per il nostro Paese un grave problema sanitario che richiede al più presto un impegno solido delle Istituzioni per poter trovare una soluzione. L’Osservatorio Fratture da Fragilità-OFF, presieduto dalla Professoressa Maria Luisa Brandi, è un organismo sorto recentemente per svolgere la fondamentale funzione di fornire una raccolta precisa di dati, analisi e conoscenze cliniche, in modo da favorire le Istituzioni nelle loro risposte.
L’Osservatorio ha promosso il 28 settembre 2021 una tavola rotonda dal titolo Fratture da fragilità un update: scenario, dati, criticità, risposte, durante la quale studiosi, specialisti e rappresentanti delle Istituzioni hanno focalizzato i nodi del problema, mettendo in luce dati tanto interessanti quanto preoccupanti sulla situazione italiana. Basti pensare ai dati presentati nel suo intervento dal Prof. Giampiero Mazzaglia, Professore Associato di Epidemiologia e Sanità Pubblica, Università di Milano Bicocca: partendo da uno studio promosso dalla Regione Toscana – lo Studio Target – si è potuto quantificare che per le fratture da fragilità i soli costi sanitari annui superano gli ottocento milioni di euro, mentre quelli della riabilitazione ammontano a quasi seicento milioni di euro; si è valutato che le perdite complessive dovute alla fragilità ossea sfiorano in Italia i dieci miliardi di euro. Una situazione che il nostro Paese non può più sostenere.
Quando si parla di fratture da fragilità si pensa soprattutto agli anziani, le persone che è più difficile per il Sistema Sanitario raggiungere e seguire adeguatamente e che hanno sofferto in modo particolare durante i lockdown dell’emergenza pandemica. Come ha evidenziato la Professoressa Brandi, occorre un vero e proprio scatto in avanti da parte della nostra Sanità, in modo da permetterci di catturare le rifratture. Sappiamo infatti che quasi nel 50 per cento dei casi la sola frattura del femore rappresenta un rischio di morte entro cinque anni per le persone che hanno più di 65 anni ma, secondo uno studio dell’International Osteoporosis Foundation, nel nostro Paese il 77 per cento dei pazienti over 50 che hanno subito una frattura, non sono sottoposti ad alcun tipo di accertamento ulteriore per valutare le condizioni di salute dell’osso né a terapie per contrastare o prevenire le rifratture. “La continuità assistenziale è la parola d’ordine cui occorre far riferimento se si vuole realmente contenere un fenomeno così devastante per le persone e per la sostenibilità del nostro sistema sanitario come le fratture da fragilità ossea” – ha sottolineato la Prof.ssa Maria Luisa Brandi, presidente e fondatrice dell’Osservatorio. Sempre la Professoressa Brandi nel suo intervento ha evidenziato l’utilità della teleassistenza e del teleconsulto nei confronti dei soggetti con fragilità ossea. “La Telemedicina ha aiutato molto i pazienti con osteoporosi durante la pandemia e può continuare ad essere un valido aiuto anche dopo il ritorno alla normalità”, ha sottolineato la presidente dell’Osservatorio, “Da tempo attendevamo che si attuasse la possibilità di inviare piani terapeutici online: finalmente abbiamo visto che questo sistema funziona e adesso non sarà più possibile tornare indietro. In questo modo potremmo ridurre sensibilmente le liste di attesa. Anche i pazienti si trovano bene con la valutazione online e ci ringraziano per il lavoro fatto. Il paziente con fragilità ossea è il candidato ideale per una valutazione a distanza e in questo caso il presente è già futuro”.
Altri importanti interventi hanno caratterizzato il convegno, come quello del Prof. Paolo Veronesi (Direttore Divisione Senologia, Istituto Europeo di Oncologia) che ha parlato dei problemi ossei correlati con le terapie per il tumore al seno, quelli del Prof. Francesco Falez, vicepresidente e socio fondatore di OFF, della senatrice Maria Rizzotti, presidente dell’Intergruppo Fratture da Fragilità e di Antonio Tomassini, socio fondatore di OFF e presidente dell’Associazione d’ Iniziativa Parlamentare per la Salute e la Prevenzione, i quali hanno confermato l’importanza della nascita dell’Osservatorio, il quale potrà fornire dati che saranno fondamentali per una più corretta ed efficace programmazione sanitaria, alla luce dei grandi investimenti che sono attesi per riprogrammare la Sanità italiana.
LA TAVOLA ROTONDA – La tavola rotonda sui dati presentati e sulle attività dell’Osservatorio ha visto la partecipazione attiva di Astrid Behr (responsabile Nord Italia-SIAARTI), Bruno Frediani (Società Italiana di Reumatologia), Salvo Leone (Coalizione Frame), Graziano Onder (ISS), Elio Rosati (Cittadinanzattiva), Maurizio Rossini (Presidente SIOMMS), Ketty Vaccaro (Censis). Hanno dialogato con i relatori anche Luigi Ripamonti (Corriere della Sera) e Daniela Minerva (Repubblica).