I glucocorticoidi di sintesi sono farmaci di natura steroidea utilizzati di solito per controllare malattie infiammatorie croniche di varia natura, come l’artrite reumatoide, le malattie polmonari croniche di tipo ostruttivo, l’asma, il morbo di Crohn e alcune patologie cutanee ed epatiche.
La maggior parte dei glucocorticoidi comunemente prescritti includono cortisone, idrocortisone, prednisone e desametasone. Tali ormoni possono portare a una perdita di massa ossea precoce e anzi, l’utilizzo prolungato di farmaci che ne contengono può essere correlato all’insorgenza di osteoporosi e fratture. Basti pensare che assumere dosi apparentemente minime di prednisone ogni giorno (nell’ordine dei 30 mg) può causare in un solo anno una perdita di massa ossea fino a più del 15%.
Il meccanismo di azione di questi cortisonici nel controllo del metabolismo osseo avviene attraverso una diminuzione dell’attività delle cellule costruttrici (osteblasti), e a un parallelo aumento dell’attività di quelle distruttrici (osteoclasti). I glucocorticoidi possono inoltre interferire con gli ormoni calciotropi e ridurre la secrezione degli ormoni sessuali.
Per chi assume glucocorticoidi, la diminuzione della massa ossea causata da questi medicinali può essere accresciuta anche dalla malattia originaria che ne porta all’assunzione, come le patologie infiammatorie intestinali, causa di problemi di assorbimento da parte dell’intestino, oppure l’artrite reumatoide che determina una maggiore produzione di citochine infiammatorie che hanno come conseguenza una perdita di massa ossea.
È quindi opportuno che chi abbia necessità di assumere tali farmaci valuti con il proprio medico le contromisure da prendere per salvaguardare la salute dello scheletro. Tutti i pazienti che hanno dovuto assumere glucocorticoidi per un periodo di tempo piuttosto prolungato (nell’ordine dei 3 mesi o più) andrebbero valutati rispetto ai rischi di osteoporosi. In genere la decisione di affrontare una terapia con glucocorticoidi dipende dalla dose prescritta e dai fattori di rischio correlati, ma chiunque inizi un trattamento dovrebbe in ogni caso assicurarsi di seguire una dieta bilanciata, di assumere un’adeguata quantità di calcio e non avere carenza di vitamina D (di cui spesso è consigliata la supplementazione), oltre a praticare costantemente attività fisica. Obiettivi che possono essere facilmente raggiunti introducendo qualche cambiamento nel proprio stile di vita.
Approfondisci l’argomento visitando il sito della Fondazione Firmo