Oltre ai rischi che vengono solitamente associati alla dipendenza dalla sigaretta (dai tumori ai problemi cardiaci e respiratori) esistono delle importanti conseguenze negative anche per quello che riguarda l’apparato scheletrico. Una maggiore incidenza di osteoporosi e un conseguente aumento di fratture risultano infatti tra le principali complicanze legate al fumo.
Non tutti sanno infatti che il consumo di tabacco riduce l’afflusso di sangue alle ossa e la nicotina rallenta la produzione di osteoblasti (alcune delle cellule che formano l’osso), inoltre questo vizio comporta una difficoltà di assorbimento di calcio dalla dieta e sembra anche interferire con lo sviluppo di estrogeni, gli ormoni che servono a rinforzare le ossa.
Non è ovviamente tutto, perché il fumo risulta essere anche tra i fattori di rischio principali di alcune malattie dell’apparato scheletrico, come l’artrite reumatoide, la patologia caratterizzata da una forte infiammazione delle articolazioni e il lupus, la malattia autoimmune infiammatoria cronica.
Come se non bastasse, il fumo può costituire un elemento peggiorativo anche per il mal di schiena. Nel 2012 uno studio americano dell’University di Rochester ha seguito oltre cinquemila pazienti con disturbi alla colonna vertebrale rilevando come i fumatori accusassero un dolore più intenso rispetto agli altri. L’esposizione al fumo di sigaretta interferirebbe dunque con le cellule del sistema nervoso periferico.
Purtroppo l’uso di tabacco tra gli adolescenti è in aumento in molti Paesi, soprattutto nelle ragazze. Il fumo può influire sul raggiungimento del picco di massa ossea, in particolare quando è associato ad altri comportamenti a rischio sanitario, quali la scarsa nutrizione e l’attività fisica inadeguata.