Lo zinco è un elemento importante per la salute dello scheletro perché è parte integrante di una delle componenti mineralizzate che costituiscono le ossa (cristallo di idrossiapatite) e gioca anche un ruolo nel controllo del metabolismo osseo. Questo elemento, inoltre, è essenziale per il corretto funzionamento dell’enzima fosfatasi alcalina ossea, indispensabile nel processo di mineralizzazione attraverso il quale i cristalli di idrossiapatite si formano e aderiscono alla parte organica dell’osso.
Lo zinco è particolarmente abbondante nella carne rossa magra, nel pollame, nei cereali non raffinati, nei legumi e nella frutta secca. La dose giornaliera ottimale è solitamente indicata tra i 2 e i 10 milligrammi, a seconda dell’età e delle condizioni di salute dell’individuo.
In generale, è più comune riscontrare un deficit di zinco negli anziani, a causa del ridotto assorbimento intestinale del minerale, mentre nei più giovani la carenza di zinco è solitamente legata a casi di malnutrizione importante ed è spesso associata a una scarsa crescita scheletrica.
Inoltre, alcuni studi condotti su un gruppo di uomini di mezza età e anziani hanno dimostrato una minore densità minerale ossea (BMD, Bone Mineral Density) in soggetti che presentavano bassi livelli di zinco.
Un altro studio circa gli effetti dello zinco e di altri fattori nutrizionali sulle ossa condotto sulle donne in menopausa ha indicato come proprio la carenza di zinco potrebbe avere una relazione con la modulazione dei livelli circolanti di IGF-I (insulin-like growth factor-I) che sono uno dei fattori in grado di stimolare la formazione ossea.