La vitamina D è un ormone prodotto dalla pelle in seguito all’esposizione al sole. Il suo ruolo è fondamentale per regolamentare l’assorbimento di calcio da parte dell’intestino. La carenza di Vitamina D è sempre più diffusa, non solo presso la popolazione anziana che, a causa dell’invecchiamento della pelle, ne produce in quantità insufficiente, ma anche in altri strati della popolazione, che si espone poco al sole e, quando lo fa, si protegge con creme solari che schermano gli effetti dannosi della luce solare, ma ne riducono anche gli effetti positivi.
Negli ultimi tempi si è assistito a una vera e propria esplosione di prescrizioni per questa vitamina, vista come una sorta di rimedio per tutti i mali. In realtà questo ormone necessita di conoscenze approfondite, al fine di evitare spesso, da parte dei medici, prescrizioni per patologie poco attinenti. Allo scopo di limitarne l’uso improprio, AIFA ha disposto lo stop alle prescrizioni generalizzate di vitamina D con la Nota 96.
Professoressa Maria Luisa Brandi (Ordinario di Endocrinologia presso l’Università di Firenze e Presidente Fondazione FIRMO), quali effetti può apportare la Nota 96 sulle scelte terapeutiche?
“C’è il rischio che il medico che in precedenza la prescriveva in modo generalizzato, ora non la prescriva più a nessuno. Dobbiamo dunque fare chiarezza sulla vitamina D: questo ormone è fondamentale per un corretto l’assorbimento di calcio e fosfato da parte dell’intestino e se con l’invecchiamento della pelle tendiamo a sintetizzarla in misura non più sufficiente (oppure se non ci esponiamo abbastanza alla luce solare), dobbiamo supplire con integratori”.
Dottoressa Raffaella Michieli (Società Italiana di Medicina Generale), su cosa si basa questa recente “moda” della vitamina D?
“Probabilmente nasce dal fatto che la vitamina D viene prodotta in un punto preciso – la pelle – ma ha recettori in tutto il corpo, da qui c’è chi l’ha vista come potenziale rimedio a ogni possibile condizione patologica, per esempio la sclerosi multipla o problemi cardiologici”.
Dottoressa Laura Masi (Specialista in Endocrinologia), quali sono i sintomi più evidenti della carenza di vitamina D?
“La carenza di vitamina D crea una miopatia che determina sintomatologia dolorosa e stanchezza, questo perché l’ipovitaminosi da vitamina D ha un grosso impatto sul muscolo, il quale contiene suoi recettori.”
Dottoressa Luisella Cianferotti (Specialista in Endocrinologia), diete oggi molto diffuse, come quella vegetariana e quella vegana possono avere effetto sulla carenza di vitamina D?
“Se per la dieta vegetariana in genere abbiamo un rischio di ipovitaminosi D analogo a quello di una dieta onnivora, con la dieta vegana abbiamo un rischio più elevato, e questo vale anche per altri micro e macronutrienti. Studi recenti dunque evidenziano la dieta vegana come potenziale fattore di rischio per le ossa.
Dottor Claudio Marinai (Responsabile Politiche del Farmaco Regione Toscana), quali sono le posizioni della Regione Toscana, soprattutto in relazione alla Nota 96?
“Rivaluteremo insieme agli specialisti strategie prescrittive a livello regionale, per capire se c’è spazio per integrare le norme nazionali in maniera congrua con l’obiettivo di diminuire il carico per il Servizio Sanitario Regionale dovuto all’esplosione di patologia fratturativa nella nostra popolazione che come è noto è sempre più anziana e quindi sempre più esposta al rischio della fragilità ossea”.