Oggi parliamo di vitamina D. È un argomento di cui si parla moltissimo, anche perché sentiamo spesso dire che la Vitamina D aiuta a prevenire il Covid, ma molte persone si chiedono se davvero ci può aiutare nella prevenzione, e quanta ne devono assumere.
Per essere più precisi, prima di tutto vediamo cos’è la vitamina D: si tratta un ormone, detto calcio-fosfo-tropo, perché ha la funzione di controllare l’assorbimento di calcio e fosfato da parte dell’intestino. Calcio e fosfato servono a formare il cristallo di idrossiapatite, di cui sono fatte le ossa: poiché e la vitamina D ne regola l’assorbimento, se siamo carenti di Vitamina D, sarà povera anche la nostra mineralizzazione.
Ma la vitamina D svolge anche molte altre funzioni, anche a livello extrascheletrico, infatti aiuta il nostro sistema immunologico ad essere più reattivo, ci aiuta a difenderci meglio dagli agenti esterni pericolosi, e quindi può essere di aiuto anche nel difenderci dal Covid 19.
Per esempio consideriamo la cosiddetta risposta immunologica adattata o adattativa: questa è la reazione per cui spesso il nostro corpo reagisce a una invasione virale con una importante reazione infiammatoria. La vitamina D sembra avere una funzione inibitoria nei confronti di questa reazione. Quindi la Vitamina D può aiutare a prevenire quella che chiamiamo la “cascata citochinica”. Che cos’è la cascata citochinica? Si tratta di una vera e propria “tempesta” che avviene nel nostro organismo, che, come reazione al Covid, risponde con un’infiammazione così importante da portare all’occlusione di organi importanti come il polmone. La vitamina D sembra contrastare questo processo, evitando che la 2tempesta citochinica” avvenga.
Pensiamo che la Vitamina D sembra essere così importante per il nostro organismo che le cellule sono capaci di attivarla da sola. Infatti, come abbiamo detto, il ruolo principe della Vitamina D è quello di regolare l’assorbimento di calcio e fosfato a livello intestinale. Per questa sua funzione la vitamina D viene attivata a livello renale da un ormone importantissimo, il paratormone. Ma vista la sua la funzione di aiuto nelle difese immunitarie, l’organismo si è organizzato per attivarla anche in un altro modo: tanto è vero che alcune sue funzioni sono stimolate proprio dagli agenti patogeni come i virus, che da soli con la loro presenza tendono a stimolare la vitamina.
C’è anche un’altra funzione della vitamina D, la quale tende ad aumentare la produzione di un enzima che si chiama ACE2, e di cui si è sentito tanto parlare in questi giorni. Questo enzima ha il ruolo di intercettare il virus e di disattivarlo. Quindi per noi è molto importante avere più ACE2 la cui produzione, come abbiamo detto, è stimolata dalla vitamina D. Pensiamo che uno dei motivi per cui le donne muoiono meno per il Covid è proprio perché le donne hanno una quantità maggiore di ACE2.
Un’altra funzione per cui la Vitamina D ci aiuta contro il Covid, è la sua capacità di ridurre la coagulazione: può essere utile quindi a contrastare la necrosi dei tessuti che si è manifestata in alcune persone colpite dal virus.
Infine, un altro ruolo della vitamina D è la sua azione positiva sulla funzionalità della muscolatura: pensiamo all’importanza dei muscoli intercostali, che aiutano i polmoni a respirare aprendo e chiudendo la cassa toracica. Se manca la vitamina D anche questa attività diventa più difficile e quindi anche la respirazione tende ad essere ridotta.
Ma la vitamina D è importante anche in fase di recupero: pensiamo alla forzata immobilità di chi è stato ammalato (con i pazienti più gravi forzati all’immobilità assoluta) e comprendiamo quanto la vitamina D diventa fondamentale anche per la convalescenza e la ripresa.
A questo punto ci chiediamo quanta ne dobbiamo assumere. All’inizio della pandemia raccomandavo a tutti 800-1000 unità al giorno, che è quanto si somministra alla popolazione anziana che ne mostra carenza: di fatto eravamo tutti costretti in casa, lontani dalla luce del sole e anche i più giovani non hanno potuto sintetizzarne quantità adeguate.
Oggi è difficile dire quale sia la quantità giusta, perché non ci sono studi che possano quantificare la dose ideale, ma chi ne ha carenza e sta poco in aria aperta dovrebbe assumere le 800-1000 unità al giorno consigliate: questo dosaggio non è dannoso e non espone a rischi. Il medico potrà dosare comunque la quantità più corretta valutando la calcemia e il calcio nelle urine: se la calcemia è normale e il calcio nelle urine normale, anche la vitamina D che assumiamo non è troppa. Nel futuro gli studi senz’altro progrediranno e ci potranno specificare meglio quale potrebbe essere una quantità ideale per aumentare la propria capacità immunitaria.